“Enrico Spada sputava sangue infetto a mio figlio di 2 anni”: le anticipazioni della pentita a Belve Crime

È anche grazie alle deposizioni di Tamara Ianni che sono stati arrestati, nel 2018, 32 membri del clan Spada di Ostia. Per anni è stata torturata e perseguitata, lei e la sua famiglia. La collaboratrice di giustizia sarà uno degli ospiti della prima puntata della trasmissione Belve Crime, in onda martedì 10 giugno in prima serata su Rai 2 e condotta da Francesca Fagnani.
Oggi Tamara e suo marito vivono sotto protezione, ma entrambi erano inseriti nel contesto criminale di Ostia e del litorale romano. Il marito era nipote del boss Giuseppe Galleoni, detto Baficchio, e membro del clan dei Baficchi, rivale del clan Spada.
"C'è voluto più coraggio o disperazione per iniziare a parlare?", chiede Fagnani. "Disperazione", l'ammissione di Ianni. "Ricordo che un membro del clan Spada era venuto in casa mia con pistole e coltelli, assieme al signor Pelè (Enrico Spada), sieropositivo, che si era messo delle lamette in bocca per sputare sangue infetto di Aids addosso a mio figlio di due anni. Per proteggerlo mi sono messa a chioccia e mi hanno riempita di botte. Prendevo botte, mi entravano in casa di notte, mi volevano far prostituire, venivano con le pistole. Quando volevano toccare mio figlio non ce l'ho più fatta. Ho alzato la testa", è la testimonianza della donna. "Come si è sentita quando li hanno arrestati?", incalza la conduttrice. "Ho avuto un senso di felicità, euforia ma anche tanta paura", la confessione di Ianni.
Nel 2018 qualcuno lanciò una bomba artigianale sul balcone dei genitori di Tamara. "Hanno messo una bomba due mesi fa sul balcone dei miei genitori a Ostia. Si trovano Spada ovunque che seguono mio padre e mia madre, li fermano nei bar per minacciarli, per non farmi parlare, per non farmi arrivare qui in questa aula. Chi si mette contro di loro é un soggetto da eliminare. E prima o poi te la fanno pagare. Ma io sono qui, io non sto zitta, io divento ancora più forte", raccontò la donna all'epoca.
E anche in quell'occasione ha raccontato la terribile vicenda del figlio: "Gli Spada non hanno mai sopportato che mio figlio portasse questo nome. Giovanni Galleoni (detto Baficchio), lo zio di mio marito che gli Spada hanno ucciso nel 2011, doveva essere morto per sempre. Il fatto che mio figlio si chiamava come lui era come riesumare quel fantasma. Per questo hanno cercato di infettarlo col sangue di Pelè, che era malato di aids. Per questo mi picchiavano davanti al mio bambino. Per punirlo del nome che portava. Aveva solo 2 anni mio figlio".